lunedì 28 dicembre 2015

"C'è una certa gloria nel non essere compresi." Charles Baudelaire

Amo le parole. Amo il modo in cui queste esprimono ciò che per definizione è inesprimibile.
Sembra un ossimoro, ma non lo è.
Amo il modo in cui rendono universale ciò che è più intimo, personale.

In questo blog voglio fare proprio questo: dimostrarvi il potere unificante delle parole. Ogni mio post si aprirà con una citazione. Le citazioni, oh, le citazioni. Sono la dimostrazione che qualcun altro ha condiviso o condivide ciò che sei, provi, senti, speri, cerchi. Esse sono simboliche, rimandano a un "non detto". A volte commenterò, secondo il mio sentire, le citazioni, a volte, probabilmente, non ce ne sarà bisogno. Prometto che quelle che proporrò non saranno mai cercate, ma offerte dal caso, che peraltro non esiste.

La citazione di questo post è l'acme (parola che non mi piace), è.. l'arrivo. "C'è una certa gloria nel non essere compresi." l'ho incontrata su alcune schede di un amico mentre cercavo di approfondire lo studio in occasione di una interrogazione di italiano lo scorso anno. In essa, (nella proposizione), mi ci sono rivista un sacco. Non mi sento incompresa, ma forse un pò sì, dove mi trovo ora. Incompresa dagli altri che difficilmente si prendono l'impegno di conoscerti. Ma è normale, voglio dire, nulla di disastroso. Però le persone difficili da comprendere, perché geni o perché banali, mantengono una certa gloria, le vedo sopra di noi, comuni mortali. Quindi questa citazione è bellissima.

An sì, io sono Inconsciuta.
Nel senso che non mi conoscete, ma leggendo i miei post (eheh) probabilmente mi conoscerete meglio di qualcun altro.
Nel senso che posso essere conosciuta.
Nel senso che gli sconosciuti sono affascinantissimi (ne parlerò più avanti).
Nel senso che è una parola che non esiste ma che rimanda a qualcosa di chiaro.
Nel senso che voglio rimanere tale.
Nel senso che vorrete darmi.

An si, mi riferisco a un voi nell'ipotesi, ahimè probabilmente remota, che un Voi (ho messo la maiuscola ;)) esista.

1 commento:

  1. Quando la disperazione diventa autocompiacimento, godere del malessere che ci avvolge nella sua spirale malefica e nessuno sembra capire il tormento, siamo improvvisamente degenerati nell'anticamera della pazzia .... ecco questa frase ci appaga nella nostra autocommiserazione.

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